il cervello di zazzà è in pappa

(da leggere dopo la parabola del santo allenatore della stagione blog 2006).
Gallery storica, a cura di Zazzà:

La tradizione popolare vuole che già prima dell’apparizione di 5 santi uomini sulle sponde del lago di Tiberiade (leggi il post “la parabola del santo allenatore ) alcuni esseri mitologici permeassero già le leggende locali. Uno dei più suggestivi senza dubbio era il Poggio, essere che per le sue peculiari caratteristiche sfuggiva a qualsiasi tentativo di rappresentazione fatto fino ad allora. Tale essere, che si dilettava in primitive speculazioni di ingegneria nucleare e nei ritagli di tempo inventava di sana pianta rudimenti di deambulazione acquatica, aveva idee originali e spesso contrastanti… originario di una non meglio precisata regione subalpina si spacciava per appartenente alla stirpe etrusca, il fatto che gli etruschi non fossero dotati di scrittura non permetteva di verificare le sue credenziali. Resta il fatto che tentava di comunicare in un idioma incomprensibile ai più. Nonostante queste gravi lacune il nostro continuava a sostenere la propria superiorità, e al suono delle minacce dei piccoli potenti locali tuonava invariabilmente “Tu non sai chi sono io”, che a detta delle popolazioni locali era l’unica frase comprensibile in cui riuscisse a prodursi… purtroppo, o per fortuna, tale frase, reiterata senza sosta, gli valse ben presto il linciaggio….

Altro personaggio mitico (soprattutto per le gentil donzelle dell’epoca), la cui figura è tuttora tramandata “oralmente” era Riky Ave. Tale figuro pare fosse dotato di grosse “armi di seduzione”, ma entrò nel mito non per le sue qualità fisiche, bensì per essere stato il fondatore della nota scuola di pensiero, (cui tra l’altro si rifece in seguito il nostro Edoardo Geninatti Chiolero da Pessinetto) che va sotto il nome di “banfesimo”. Tale scuola prevede l’annientamento dell’avversario grazie al timore reverenziale suscitato nelle folle. Tale forma di pensiero gli costò in verità cara, perché dopo aver portato la filosofia a maturazione si comportò di conseguenza e si produsse in un passaggio sui 100 farfalla (antico sport che prevedeva la chiantatura di 100 fanciulle, in gergo farfalle, nel minor tempo possibile) di 0.0126 clessidre (antica misura del tempo, corrispondenti a circa 28’’26 secondi)… attualmente non ci sono notizie certe al suo riguardo, ma le voci più attendibili danno per imminente il suo arrivo al traguardo.

Ultimo, ma certo non meno importante, il Nibe (o per esteso Nibelungo), fondatore e principale sostenitore di un’altra importante corrente filosofica: il pacchesimo. Grande trascinatore di folle riusciva immancabilmente a generare il più riverito stupore per come riusciva a gestire le situazioni più disparate. Dopo aver organizzato comizi, riunioni, aggregazioni, correnti trasversali, correnti del golfo, alternate e continue, scuole minori, maggiori e uguali, senza mai presentarsi di persona, il suo pensiero si chiarì finalmente nelle menti dei suoi innumerevoli adepti: tirare pacco, sempre e comunque. All’apice del suo pensiero si narra che rivolto a Carlo Rossi da Borgaro lo apostrofò con un arguto “io non c’ero, ma il mio pacco ti è arrivato”… sparì dalla scena subito dopo aver raggiunto la perfezione nell’applicazione del pacchesimo: si tirò pacco da solo e si perse nei meandri del nulla…